Il mio viaggio da narratore – L’approccio all’apprendimento

 

Conoscenza

Salve Viandanti, e bentornati nella mia Locanda.

Oggi sono qui per raccontarvi un altro capitolo del mio viaggio da narratore, ma anche per presentarvi una nuova rubrica che ho intenzione di portare sul mio canale youtube, e a cui tengo particolarmente: “Lezioni di scrittura da…”

Si tratta, come potrete immaginare dal titolo, di una sorta di apprendimento attivo nei confronti dello storytelling attraverso l’analisi di film, libri o videogiochi, utilizzando queste opere come insegnanti indiretti.

Ormai l’avrete capito, io sono un fervido sostenitore dell’apprendimento e dello studio costante per migliorare sé stessi e i propri risultati, in qualsiasi contesto. Si tratta di una lezione che imparai ormai più di un decennio fa, quando iniziai a fare Parkour, disciplina che ha totalmente cambiato il mio modo di approcciarmi alla vita e alle mie passioni.

Al tempo questa disciplina era ancora poco diffusa in Italia, al punto che spesso, durante i primi allenamenti della mia Crew, ci ritrovavamo a dover spiegare cosa stessimo facendo a polizia e carabinieri, chiamati da spettatori preoccupati nel vedere un gruppo di ragazzi saltare e arrampicarsi in giro. Non c’erano scuole, insegnanti o altre figure da cui poter imparare direttamente, e anche trovare materiale online dedicato all’apprendimento era davvero difficile, in quanto gli istruttori in tutto il mondo erano pochi e quasi tutti all’estero.

Allenamento freemind
Genova Freemind, raduno di parkour con alcuni dei primi atleti italiani del tempo. Tanto tanto tempo fa…

Per questi motivi gran parte del nostro apprendimento era fondato sulla condivisione delle nostre esperienze all’interno della community (al tempo forse un centinaio di persone in Italia), con cui ci incontravamo appositamente una volta ogni tanto, ritrovandoci quindi a dover aspettare anche mesi tra un confronto e l’altro, periodi in cui la sperimentazione su se stessi e l’errore erano indispensabili.

Oggi è difficile immaginare cosa volesse dire approcciarsi in questo modo a una passione, viste le migliaia di informazioni da cui siamo bombardati ogni minuto. Abbiamo tutorial , articoli, corsi online, scuole, istruttori, coach e mille altre opzioni a nostra disposizione; così tanto da dimenticare quasi l’importanza dell’andare anche oltre quelle informazioni, per apprendere di più e in maniera più personale. Ma come vi dicevo, al tempo era tutto molto diverso nel Parkour.

La nostra passione però era tanta e trascinante, per cui, nonostante le difficoltà del caso, imparammo tutti l’importanza dello studiare e imparare da ogni singola fonte a cui potevamo accedere. Iniziai a leggere libri di scienze motorie, per apprendere come funzionava il mio corpo, e a riguardare centinaia di volte i pochi video di Parkour disponibili online, anche in slow motion, per studiarne i movimenti. Inizia a viaggiare il più possibile per allenarmi con gruppi di altre città e scambiare metodi ed esperienze, ma anche a partecipare ad allenamenti di associazioni di altri sport, spesso agli estremi opposti del Parkour (come il canottaggio o il Tennis), per vedere se potevo rubare tecniche da portare poi nella mia disciplina.

In breve mi resi conto di essere andato oltre il semplicistico concetto di studio relegato all’ambito scolastico, e questo non solo mi dava la possibilità di alimentare la passione insaziabile del Parkour, ma apriva anche un mondo che non avevo mai preso in considerazione: potevo imparare da ogni fonte, anche quando quest’ultima non era inerente o non nasceva per insegnare qualcosa.

Tramonto Gratra

Ovviamente le cose oggi sono molto diverse, anche nel Parkour stesso (il movimento nato in quegli anni oggi conta migliaia di persone solo in Italia, senza contare una mole soverchiante di risorse online e gruppi in ogni singola città), ma la lezione appresa in quel periodo, insieme a tante altre che questa stupenda disciplina mi ha impartito, ha totalmente cambiato il mio modo di approcciarmi al mondo che mi circonda, facendomi rivalutare in maniera tutta diversa il concetto di studio.

Nel tempo il cercare di apprendere da ogni situazione è diventata una vera e propria deformazione personale, se così possiamo chiamarla, che ha inevitabilmente influenzato anche il modo in cui vivo l’altra mia grande passione: la narrativa.

Sempre con in mente il sogno di arrivare un giorno a raccontare le mie personali storie, ho iniziato a vivere film, libri e videogiochi anche con un occhio volto all’apprendimento, cercando di farmi insegnare dai grandi autori i loro segreti attraverso le loro stesse opere.

Vi siete mai chiesti perché certe volte ci troviamo davanti a due scene molto simili, ma in racconti diversi, e una riesce a emozionarci e l’altra no? Ad esempio, perché il sacrificio di Boromir ci è rimasto così tanto nel cuore, mentre quello di altri personaggi a mala pena lo ricordiamo?

Il fatto è che non basta una buona storia ad emozionarci, bisogna anche saperla raccontare!

Capii in fretta che, se volevo vivere l’arte della narrazione nella sua totalità, dovevo e potevo imparare da ogni singola opera che mi capitava di scoprire.

Ogni scrittore o sceneggiatore usa tutta una serie di strumenti che nel tempo personalizza e adatta alle sue esigenze, sperimentando e giocando con tecniche e metodologie volte a raggiungere con sempre più forza le emozioni di chi andrà a vivere le sue storie. Una frase detta in un certo modo, quel dettaglio che amplifica le emozioni che proviamo, il tempismo, lo stile, il ritmo, l’utilizzo di un’inquadratura o di una scelta grammaticale, sono solo alcune delle tante scelte che fanno la differenza tra un’opera eterna e una dimenticabile. Ecco, queste sono le sfumature che solitamente vado a cercare io.

 

Nolan e Batman.jpg

Non è raro che mi ritrovi a riguardare un film più volte, anche solo per poterlo smontare pezzo per pezzo, analizzando ogni singola scena nella sua natura e costruzione, così da imparare e capire il perché mi emozioni così tanto.

Lo so, può sembrare un lavoro noioso, ma io lo trovo estremamente intrigante e stimolante. Adoro scovare l’autore nelle sue opere, e ancora di più adoro quando quest’ultimo inventa un modo geniale per raggiungere il cuore del pubblico.

La narrativa mi piace così tanto che non mi basta vivere una storia e basta. Come un appassionato di automobili, che si ritrova a smontarne i motori per capirne il funzionamento, esaltato da ogni singolo dettagli che ci trova dentro.

Per cui, come avrete ormai immaginato, è questo che comporterà l’arrivo di questa nuova rubrica. Con “lezioni di scrittura da…” non farò altro che andare a completare il lavoro iniziato con le analisi narrative. Laddove queste ultime esplorano la poetica e la filosofia alla base dell’opera, con questa nuova rubrica andrò a fare lo stesso con le tecniche e le metodologie con cui viene raccontata.

Sono consapevole che si tratterà di un contenuto rivolto a una piccola nicchia di persone come me, ma sono anche sicuro che queste persone ci sono, e ancora di più che tutti insieme potremmo imparare e crescere grazie a un confronto reciproco.

In fondo questo Blog è nato anche per poter portare fuori dal mio piccolo il processo creativo con cui vivo la narrativa, e tutto questo fa sicuramente parte del mio viaggio.

Aspetto un vostro parere, Viandanti, e nel frattempo vi lascio il link alle lezioni di scrittura che ho imparato dal film Joker:

4 pensieri su “Il mio viaggio da narratore – L’approccio all’apprendimento

  1. Wow, ammiro il tuo percorso di apprendimento che stai proseguendo. Pensavo che fosse solo il mio maestro di Capoeira così ammirevolmente matto da fare una cosa del genere. Mentre leggevo le tue parole ho rivisto in te il mio maestro. Sono felice che al mondo ci sia ancora più di una persona che abbia il proprio “pazzo obbiettivo” nella vita e che è disposta a fare cose “pazze” per raggiungerlo.

    Mi rendo conto che per me è molto difficile descrivere questo concetto, ma spero che possa essere riuscito a darti l’idea del mio pensiero.

    – Mic

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    1. Grazie mille della considerazione! Un po’ di pazzia è indispensabile per riuscire a crearsi la propria strada, invece di seguirne una tra quelle che ci vengono proposte da altri.
      In più diciamo che lo sport, di ogni entità o genere, è una delle scuole migliori per imparare a dare tutto se stessi per perseguire un risultato 😀

      Piace a 1 persona

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