Salve Viandanti, e bentornati nella mia Locanda.
Questo 2018 è stato un anno davvero ricco di ottime storie da vivere, di ogni genere e media. L’universo Marvel ha raggiunto il suo apice con il riuscitissimo Infinity War (Avengers: Infinity War – Analisi narrativa); George Martin ha buttato fuori l’ennesimo spinoff ambientato nel mondo di Game of Thrones; nel campo dei videogiochi ci hanno regalato perle incredibili come Red dead redemption 2 e God of War (di cui sento davvero il bisogno di parlare più approfonditamente); e anche andando fuori dalle opere più blasonate, quest’anno non sono sicuramente mancate storie degne di essere ricordate. Il cinema italiano sembra avviarsi sempre di più verso una strada nuova, più attenta alla qualità e meno all’imitazione o ad un eccessivo conservazionismo.
Il 2018, insomma, se ne va lasciandoci tante belle esperienze narrative e alcune storie entrate di prepotenza tra le migliori degli ultimi anni.
Ci son ancora tante opere che devo recuperare, vuoi perché di un genere che in questo periodo ricerco di meno, vuoi per semplice mancanza di tempo. Ma il nuovo anno è già iniziato, e non voglio perdermi ulteriormente a parlare di quello passato, bensì provare a fare una brevissima e superficiale panoramica su quali siano le mie aspettative, speranze e certezze dei prossimi dodici mesi narrativi che ci apprestiamo a vivere. Naturalmente non si tratterà di una classifica, ma di una breve lista di quelle che sono le opere che attendo di più quest’anno.
Ora, senza dilungarmi troppo, ecco le storie che più di tutte non vedo l’ora di scoprire in questo 2019.
WATCHMEN
Non sono un amante delle serie tv, anzi, tendenzialmente sono davvero poche quelle che riescono a catturarmi abbastanza da tenermi nella loro orbita per più di un paio di episodi. Ne provo tante, ma solitamente la formula “decine di episodi per decine di stagioni” finisce per saturare la mia pazienza e la mia attenzione. Nonostante questo però, ammetto che quest’anno sono parecchie le serie per cui sto nutrendo alte aspettative, accompagnate spesso da timori di egual misura. Tra queste, Watchmen è sicuramente sul podio.
Adoro l’opera originale di Alan Moore, la reputo tra le migliori nell’ambito supereroistico, e per quanto mi riguarda la sua trasposizione cinematografica riesce nella quasi impossibile impresa di superarla. Potete quindi capire quanto le mie aspettative per questa serie siano alte, ma anche quanto lo saranno le mie pretese.
Il fatto che la storia sia un seguito diretto del fumetto, mette questa serie tv sotto dei riflettori giganti e pericolosi, e il rischio di ritrovarsi con una sceneggiatura scialba o non all’altezza è davvero concreto. Sono sempre stato convinto che ogni storia abbia un suo punto in cui finire, e non bisognerebbe mai forzarla ad andare oltre, e Watchmen è sicuramente l’esempio pratico di un finale che dovrebbe essere lasciato definitivo. Nonostante questo però, una parte di me non riesce a fare a meno di volere questo seguito visceralmente. L’idea di potermi rigettare in quel contesto politico e sociale descritto da Alan Moore mi esalta a dir poco, così come il sapere di poter rivedere alcuni tra i supereroi meglio scritti della storia del genere. Io adoro Watchmen, e per questo attendo questa serie tv con un misto equivalente di timore ed eccitazione.
GLASS
E proseguiamo con un’altra opera supereroistica. Se avete letto il mio articolo “Il supereroe che ci meritiamo” saprete che solitamente faccio fatica ad apprezzare i supereroi nella loro forma più tipica.
Nonostante questa mia difficoltà però, Shyamalan è riuscito a scrivere due pellicole (Unbreakable e Split) che ho incredibilmente apprezzato grazie al suo inconfondibile stile: personaggi oscuri e imperfetti; ambientazione rude; il giusto grado di cattiveria; e una sceneggiatura semplice ma coerente e a tratti originale.
Lo so, M. Night Shyamalan non è un regista per tutti, e i suoi film sono ben lontani dall’essere perfetti; eppure in un modo o nell’altro, e in diverse misure, ho sempre finito per apprezzare i suoi lavori, questo mondo condiviso compreso.
Mi piace l’epicità che scaturisce dai trailer: rozza, spettacolare ma “sporca”, violenta e incisiva. Se anche questo crossover dovesse riuscire a mantenere le atmosfere dei primi due film, allora potrebbero esserci tutti gli elementi per assecondare la mia voglia di supereroi fuori dallo schema.
Glass si prospetta un film supereroistico diverso dai soliti Marvel e Dc, con una componente autoriale importante e dei personaggi che spero verranno caratterizzati ulteriormente, mantenendo l’intimità mostrata nei primi due film.
KINGDOM HEARTS 3
Da dove iniziare? Qui andiamo a toccare un tassello importante della mia crescita adolescenziale.
Ho iniziato questa saga con il primo capitolo, nell’ormai lontano 2002, diciassette anni fa. Un’altra vita. Un bambino diverso dall’adulto che sono diventato, ma rimasto sempre legato a quest’opera come a poche altre iniziate in quel periodo e portate avanti negli anni.
Provate a immaginare cosa voglia dire vivere una storia per diciassette anni, con due capitoli principali, una moltitudine di spinoff che possono a tutti gli effetti essere definiti importanti quanto l’opera originale (e che ne ampliano l’universo e la storia oltre ogni immaginazione), fumetti e film in cgi.
Diciassette anni vissuti insieme a decine di personaggi che popolano un universo in continua espansione; attraverso magia, tecnologia fantascientifica, viaggi nel tempo, realtà digitali, e chi più ne ha più ne metta. Seppur con difetti evidenti, questa saga è riuscita a emozionarmi, commuovermi, tenermi con il fiato sospeso e trasportarmi in mondi magnifici.
Kingdom hearts è un’epopea con cui sono letteralmente cresciuto, l’ultima storia rimasta ancora aperta tra quelle iniziate nella mia infanzia; e quest’anno anche su questa saga verrà masso il punto definitivo, un ultimo tassello tra le storie con cui sono cresciuto, quasi a segnare la fine di una importante fase della mia vita.
L’unico inconveniente sta nel fatto che a fine mese, quando uscirà quest’ultimo capitolo, io sarò già partito per un lungo viaggio in giro per l’Europa, per cui dovrò attendere ancora prima di poter vivere quest’ultima esperienza, che è sicuramente quella che attendo di più nel 2019. Ma infondo, dopo tutti questi anni penso di poter attendere ancora qualche mese.
IL PRIMO RE
Come accennavo prima, il cinema italiano sta vivendo l’inizio di una vera e propria rinascita negli ultimi anni, e paradossalmente lo sta facendo con generi narrativi che per anni ha totalmente snobbato, spesso anche denigrato. Partendo da Lo chiamavano Jeeg Robot, passando per Veloce come il vento e Ride, per finire con Dogman.
Finalmente inizio a vedere non solo una volontà d’investire in produzioni diverse dal solito, ma anche quella di provare a riscrivere certi generi tipici di Hollywood, ma in chiave tutta italiana, senza cercare di imitare il cinema americano con scarsi risultati. Probabilmente scriverò un articolo dedicato all’argomento, perché ritengo sia importante sostenere e spingere questa crescita; questo è il momento di investire noi spettatori per primi in queste produzioni che hanno il coraggio di mettersi in gioco.
Il primo re è un altro esempio di un cinema italiano che ci sta provando. I trailer lasciano intendere un film ricco d’azione, con particolare attenzione alla qualità tecnica, ma anche al phatos narrativo e con una importante componente drammatica. Mi piace l’atmosfera che si evince dal materiale rilasciato finora, e sono davvero curioso di vedere il risultato finale.
La nascita di Roma potrebbe finalmente avere il film dedicato che merita, e sarebbe tutto made in Italy
DEATH STRANDING
In realtà questa è più una speranza che un’aspettativa, visto che al momento in cui sto scrivendo questo articolo la data di uscita di Death Stranding non è ancora stata rilasciata. Probabilmente sto solo sognando, ma se conosco un po’ il caro vecchio Hideo Kojima, sono pronto a scommettere che la sua nuova opera potrebbe davvero vedere la luce entro fine di quest’anno. I suoi mille indizi seminati sui social network, e alcune allusioni al fatto che la data di uscita avrebbe combaciato con l’anno in cui è ambientato Akira (una delle sue opere preferite), mi rendono abbastanza ottimista da provare a fare questa piccola previsione. In caso non fosse così, sarò pronto ad ammettere il mio errore, probabilmente dettato dalla troppa voglia di mettere le mani su questo gioco e sulla storia che ci sta promettendo.
Cosa potrei dire di Death Stranding? Hideo Kojima è riuscito con una manciata di trailer a mostrare un immaginario unico e incredibile, talmente autoriale e particolare da non lasciare molto margine di comprensione. Ogni due risposte che riesci a ricavare, lui ti serve dieci domande su un piatto di confusione ed epicità. Ogni nuovo trailer sconvolge tutto quello che pensavamo di aver capito. Ogni volta che Kojima parla, la nostra fantasia inizia a lavorare e immaginare. Quest’opera riesce a emozionarmi senza avermi ancora dato nulla di concreto in mano, e questo credetemi è qualcosa che capita davvero di rado.
Nel mio articolo “Il mio viaggio da narratore – Come tutto ha avuto inizio“, vi ho raccontato di quanto Hideo Kojima e le sue opere siano state importanti nella mia crescita e per la mia decisione di voler diventare un narratore. Death stranding rappresenta la prova del nove per quest’autore, in quanto prima opera del suo neonato studio di sviluppo, nonché prima volta in cui si ritrova ad avere totale libertà di espressione, libero da vincoli aziendali. Per questo motivo non ci è ancora dato sapere se tutto il clamore e l’aspettativa che sta creando saranno alla fine degnamente ripagate, ma una cosa è certa: Hideo Kojima si è guadagnato la mia fiducia in quasi vent’anni di capolavori, emozioni e storie tra le più belle che abbia mai vissuto, e non c’è nessun altro a cui affiderei le mie aspettative senza riserve.
MENZIONI EXTRA
Naturalmente, oltre a questo storie ce ne sono davvero tante altre che attendo o per cui nutro della sincera curiosità, ma per non dilungarmi inutilmente mi limiterò ad accennarvele come menzioni extra:
La terza stagione di Stranger things, naturalmente. Ho apprezzato tantissimo le prime due stagioni, e non vedo l’ora di scoprire quali saranno le nuove avventure del gruppetto di ragazzi più famosi degli ultimi anni.
La serie tv di The Witcher, in quanto appassionato sia dei romanzi che dei videogiochi, nutro tanta curiosità per questa produzione, insieme anche a un po’ di timore. Vedremo come andrà a finire.
La seconda stagione di Suburra. La prima è stata una delle sorprese più gradite di Netflix, e voglio sinceramente sapere se riusciranno a mantenere lo stesso livello anche nella seconda.
Resident evil 2, remake del leggendario gioco Capcom.
E poi Dragon trainer 3, World war z 2, Avegers Endgame, Il re leone, Detective Pikachu, Metro Exodus… e insomma, questo 2019 si prospetta davvero ricco, e ho l’impressione che ancora non ho tenuto conto di molte sorprese che si riveleranno inaspettate.
Avrete notato che tra le mie aspettative sono assenti romanzi, questo non perché non ce ne siano che sto attendendo, anzi, ma semplicemente perché è davvero difficile avere delle date precise sulle uscite affidabili del mondo dell’editoria. Per cui non avrei avuto titoli da inserire di cui avevo quantomeno la quasi certezza della loro pubblicazione durante quest’anno.
A voi la parola adesso. Quali sono le storie che attendete di più per questo 2019? Quali film, libri, videogiochi o fumetti vi stanno facendo contare i giorni e le ore di attesa?
Un pensiero su “Le mie aspettative narrative per il 2019”