Il libro è sempre meglio?

Il libro è sempre meglio

L’adattamento cinematografico di un libro è ormai una pratica data per scontata e negli ultimi anni sta diventando diffusa anche nell’industria videoludica (basti pensare agli adattamenti di The Witcher e di Metro 2033, per citare i due più famosi).

La letteratura è, e sempre sarà, un bacino di idee infinite per gli altri media narrativi, che hanno così la possibilità di raccontare la stessa storia, ma per un pubblico molto più ampio e in maniera più semplice da usufruire.

The Mist all cover

Pensate solamente a quante opere sono state adattate dai romanzi di Stephen King o di Nicolas Sparks, e vi ritroverete già con decine di trasposizioni; se poi teniamo conto di pilastri della letteratura come Shakespeare, Conan Doyle e Agatha Christie, allora credo che supereremmo tranquillamente le centinaia di opere adattate. Ad oggi una percentuale altissima di tutti i film in uscita al cinema ogni anno sono tratti da romanzi.

I motivi per cui questa pratica si è diffusa così tanto sono molteplici, dalle motivazioni di puro mercato al fatto che spesso i singoli autori hanno più libertà di sperimentare ed esprimersi, dando così libero sfogo alla propria autorialità e creando storie più uniche e originali, ma questo è un argomento più complesso, che probabilmente richiederà un articolo più mirato e approfondito in futuro.

Preso atto che la letteratura ha un’influenza ispiratrice così forte sugli altri media narrativi, sorge spontaneo chiedersi perché la frase “il libro è meglio” sia divenuta diffusa quanto la pratica stessa dell’adattamento.

Davvero, sarei pronto a scommettere che tutti hanno sentito questa frase una moltitudine di volte nella propria vita. Si tratta di uno di quei mantra che ormai viene ripetuto a prescindere, indipendentemente dal fatto che ancora non si è usufruiti né della trasposizione, né dell’opera originale. Prima ancora che qualcuno vada a vedere il film c’è già la convinzione che “il libro è meglio”.

Qualche sera fa, ad esempio, parlando con un amico di un film che a lui non ha fatto impazzire, ho espresso la mia volontà di recuperare il romanzo da cui è tratto, e la sua risposta mi ha lasciato abbastanza perplesso: sì, leggi il libro allora, sarà più bello sicuramente.

Il fatto curioso è che questo mio amico non solo non ha mai letto il libro in questione, ma non è nemmeno un lettore in generale. La sua frase era un’affermazione fatta a prescindere, nonostante sia una persona che ha letto forse 10 libri negli ultimi 10 anni!

Questo evento mi ha spinto a chiedermi quanto sia vera questa frase e quanto invece sia una semplice credenza comune, alimentata da un costante ripetersi senza cognizione di causa.

Io sono un lettore abbastanza attivo, che arriva a leggere più di quaranta libri all’anno, e sì, spesso ho preferito la versione letteraria a quella cinematografica, ma ho sempre saputo che questa preferenza è dovuta in particolar modo al mio approccio alla narrativa, non a un’effettiva qualità superiore dell’opera letteraria rispetto a quella filmica.

Ma andiamo con ordine.

Vi ho già spiegato quanto ritenga fondamentali le differenze tra media narrativi in un articolo apposito: per me ogni storia ha il suo mezzo per essere raccontata. Non esiste una narrazione che possa essere trasposta 1 a 1 da un media all’altro senza risentirne. Specialmente quando si parla di film e libri, siamo di fronte a due linguaggi completamente diversi, che non tengono conto delle stesse regole e degli stessi strumenti per comunicare con il lettore/spettatore.

Ogni volta che da ragazzo iniziavo uno dei libri di Harry Potter sapevo che sarebbe stata un’esperienza lunga diverse ore, in cui ci sarebbe stato spazio per pagine e pagine dedicate a viaggi in treno, pranzi magici, lezioni e tanto altro. Il mio approccio metteva già in conto una dose di pazienza che sarebbe stata ripagata con un’atmosfera magica. Il giorno in cui andai a vedere al cinema L’ordine della fenice invece, uscì dalla sala sdegnato per quanto materiale avessero tagliato e modificato, quasi sentendomi tradito da una trasposizione così poco fedele nei dettagli. Neanche a dirlo, la prima frase che pronunciai fu: il libro era molto meglio.

Riguardandolo adesso però, mi rendo conto di quanto quel film non fosse per nulla male in realtà, anzi si tratta di una trasposizione molto ben fatta, che tutt’oggi mi capita di riguardare con piacere.

Il mio sdegno del tempo derivava non dal fatto che l’opera originale fosse meglio di quella trasposta, bensì dal fatto che il mio modo di approcciarmi al film era stato identico a quello usato per il libro, facendo l’errore di aspettarmi la stessa versione, solo su schermo invece che su carta.

La verità è che se si fosse trattata di una trasposizione più fedele al libro, probabilmente il film non mi sarebbe piaciuto allo stesso modo, e ancor meno anni dopo.

Libro vs film il signore degli anelli la compagnia dell'anello

Prendete quel capolavoro letterario che è Il Signore degli anelli: Il Romanzo di Tolkien è un concentrato di magia, dialoghi aulici e descrizioni. Il suo incedere è incredibilmente lento, con momenti che sono uno spettacolo da leggere, ma che su schermo avrebbero fatto perdere la pazienza a chiunque. Davvero avreste preferito 9 ore di film trasposte allo stesso modo?

Quelle stesse qualità che hanno reso Il signore degli anelli nel romanzo leggendario che tutti conosciamo, avrebbero reso il film terribilmente lento e noioso, davvero poco godibile. Quando leggiamo un libro siamo molto più propensi a un andamento lento, al fatto che l’autore si prenda tutto il suo tempo, concedendo a noi il nostro necessario per immaginare quel che ci sta raccontando, quando guardiamo un film invece no. Questo però non rende per forza l’opera letteraria migliore di quella cinematografica, ma solo una versione diversa della stessa storia. La trilogia di Peter Jackson non è inferiore o superiore ai libri di Tolkien, se non per puro gusto personale, in base solo ed esclusivamente al tipo di persona che sta per viverla.

Per una persona con scarsa immaginazione o abituata a usufruire della narrativa in maniera più rapida e passiva, difficilmente un romanzo sarà migliore di un film. Quindi perché mai dovrebbe essere convinto che il libro, che lui non toccherebbe nemmeno lontanamente, sia meglio del film che gli è piaciuto così tanto? Perché la frase “il libro è meglio” è diventata una falsa verità accettata da tutti?

Per come la vedo io, il motivo è molto semplice: solitamente chi potrebbe affermare questa frase con cognizione di causa sono i lettori, che hanno toccato davvero con mano entrambe le opere, ma che tendenzialmente sono più affezionati alla lettura come mezzo narrativo. E a fare questa affermazione è una persona estremamente affezionata alla lettura. Per il mio gusto personale la narrativa di un libro ha delle qualità che mi toccano di più, ma si tratta di un qualcosa totalmente soggettivo.

C’è poi da aggiungere un fattore che ha un peso importante nel giudizio finale di noi lettori: l’immaginazione.

Quando leggo un libro, prima di aver visto il film, nella mia mente si crea ogni cosa. I personaggi, le loro voci, il mondo in cui si muovono, tutto ha una sua caratterizzazione fisica ben delineata nella mia mente, e così rimangono nei ricordi legati alle emozioni che provo nel viverli. Si tratta di qualcosa che aiuta la storia ad essere vissuta in maniera ancora più unica, ma che inevitabilmente cozzerà con la messa in scena di attori reali, scenografie, costumi ed effetti speciali.

Quando leggiamo un libro, la storia prende forma e vita nella nostra mente, diventando per un po’ la nostra stessa realtà. Quando guardiamo un film dobbiamo lasciar andare questo tipo di esperienza, abbracciandone un’altra, diversa, ma non per questo inferiore.

Uomo che si affaccia sull'universo

Per come la vedo io, un libro e i suoi adattamenti dovrebbero essere sempre approcciati come opere ben separate.

Naturalmente, con questo non voglio dire che non esistano adattamenti fatti male, pessimi anche come opere a sé stanti (mi vengono ancora i brividi ripensando al film Io sono il numero 4, tratto da una delle mie saghe letterarie preferite), ma in quei casi si tratta proprio di pessima scrittura o messa in scena. A volte poi la trasposizione prende così tanto le distanze dall’opera originale che non credo si possa nemmeno più parlare di adattamento, quanto più di ispirazione. Ad esempio nel film della Torre Nera, tolti i nomi dei personaggi, ben poco è stato preso davvero dalla saga di Stephen King. Questi però sono casi particolari, in cui il paragone è ancora più difficile.

In conclusione, direi che il mio pensiero è abbastanza chiaro: opere di differenti media narrativi non potranno mai essere uguali tra loro, anche quando raccontano la stessa storia. Le differenze ci saranno sempre, e per questo, come per ogni altra storia, le emozioni che susciteranno in chi le vive cambieranno da persona a persona, in base alla sua sensibilità, ai suoi gusti, alle sue esperienze e al suo vissuto.

Il mio consiglio è quello di non farci limitare dal sentito dire, di buttarci con le nostre stesse mani nella scoperta di entrambe le opere per poi valutarle in base al nostro gusto, liberi da una frase diventata un falso mito.

Il libro può essere meglio a volte, e spesso capiterà che sia davvero così, ma non per sua stessa natura, bensì per nostra.

10 pensieri su “Il libro è sempre meglio?

    1. Purtroppo di Agatha Christie non ho ancora letto nulla, anche se è parecchio che voglio recuperarmi qualche sua opera.
      King invece è uno dei miei scrittori preferiti, ma non ho mai letto Buick 8. Ha scritto così tanti romanzi che, nonostante il mio impegno, me ne mancano ancora molti… dovrò recuperare!

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      1. Vero, è sicuramente uno degli autori che ha ispirato di più il cinema e la tv. Forse l’unico con altrettanto impatto che mi viene in mente, senza tener conto dei grandi classici del passato, è Stephen King. Per il resto davvero pochi possono vantare così tante trasposizioni.

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  1. L’idea per cui “il libro è sempre meglio” molto spesso deriva dal senso di colpa e di inadeguatezza provato dalle persone che non leggono.
    Io sono sicuramente un buon lettore, ma sono convinto che un buon film sia mille volte meglio non solo di un brutto libro, ma anche di un libro passabile. Leggere un libro non è necessariamente una cosa buona, se il libro è insulso è meglio fare altre cose.
    Quanto agli adattamenti, confesso che non ho letto né “Arancia meccanica” di Burgess, né “Barry Lyndon” di Thackeray, in parte per pigrizia, in parte perché temo che non li troverei all’altezza dei film di Kubrick. Diverso il discorso per “Lolita”, che considero uno dei grandi libri del Novecento.

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    1. La questione del senso di colpa è un punto di vista che non avevo mai preso in considerazione. Probabilmente il fatto che il libro sia percepito nella nostra società come un mezzo più culturale può effettivamente influire sulla sua percezione.
      C’è comunque da dire che spesso, a parità di qualità, subentra il gusto personale. Sia il film di Kubrick che il libro di Arancia meccanica, ad esempio, sono due opere di livello altissimo nei loro rispettivi ambiti, motivo per cui ogni persona li percepirà in maniera diversa in base al suo trascorso personale. Nel mio caso infatti ho più nel cuore il libro, anche perché avendolo letto da adolescente, molto prima di vedere il film, mi ha segnato molto.

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