
Salve Viandanti, e bentornati nella mia Locanda.
Sono davvero tanti mesi che manco, e ammetto che tornare a scrivere sulle pagine di questo blog mi provoca tante emozioni.
Oggi torno per dirvi che il progetto della Locanda dei mille mondi, nonché quello di raccontare e condividere il mio viaggio per divenire un narratore, non sono assolutamente stati accantonati, anzi, la mia assenza è stata dovuta in buona parte a vivere una serie di esperienze necessarie a raggiungere questo scopo.
A Novembre 2018, dopo aver chiuso grandi conti in sospeso che mi portavo avanti da una vita (tra cui tornare a frequentare i corsi serali per conseguire il diploma di maturità), mi sono ritrovato a pensare a lungo ai miei sogni, le mi ambizioni e quanto stessi facendo per realizzarli. Questo lungo confronto con me stesso mi ha portato a una serie di decisioni che hanno letteralmente cambiato la mia vita, regalandomi alcuni tra i mesi più assurdi e belli della mia esistenza, e in particolare la realizzazione di un altro grande sogno che avevo nel cassetto da quand’ero un bambino: fare un lungo viaggio in giro per l’Europa, armato solo di zaino e nessun itinerario.
Vedete, io sono sempre stato un sognatore, uno di quelli che crede davvero che anche i più grandi desideri siano possibili. Eppure, come sappiamo bene, la vita di tutti i giorni, quella piena di responsabilità, impegni e problemi da risolvere, ha il terribile potere di affievolire anche il più forte degli spiriti sognatori. Mi sono reso conto che, nonostante la volontà, è davvero difficile dare il cento per cento nell’inseguire un sogno quando la società intorno a te sembra rassegnata. Lo spettro del fallimento ti frena, le paure degli altri si sommano alle tue, i conti e le responsabilità ti fanno sentire in colpa anche solo per aver pensato di rischiare…
Per cui, tra mille timori e dubbi, ho capito che l’unico modo per inseguire i miei sogni è quello di farlo con totalità, sacrificando la sicurezza economica, rinunciando a tutto il superfluo per l’obiettivo e mettendomi nella condizione fisica e mentale in cui devo per forza dare tutto, senza esclusioni o limiti.
Ho lasciato la sicurezza del mio lavoro e, dopo un paio di mesi di preparazione, sono partito per un lungo viaggio in solitaria, senza meta e senza limiti di tempo. Credetemi se vi dico che prendere questa decisione mi è costata tantissimo; conosco il valore del lavoro, fin da quando a quindici anni ho dovuto abbandonare gli studi per portare un indispensabile stipendio in casa per aiutare mia madre. Eppure, era necessario.
Ho attraversato una buona parte dell’Europa, improvvisando di giorno in giorno, conoscendo un’infinità di persone stupende e altri viaggiatori, imparando pagine della nostra storia come esseri umani che conoscevo troppo superficialmente, e facendolo direttamente dalle bocche di chi le ha vissute. I luoghi magici che ho scoperto sono tantissimi, così come lo sono le esperienze che ho vissuto. Attraversare la Lapponia svedese in sella a una slitta trainata dagli husky e osservare l’aurora boreale passeggiando su un lago ghiacciato sono solo alcune di queste. 104 giorni in viaggio, ognuno talmente pieno e intenso da poter competere con un mese intero della vita di tutti i giorni che vivevo a casa.
Ma non mi dilungherò a parlarvi del mio viaggio oggi, ci sarà sicuramente modo di farlo in futuro (in fondo questo blog nasce per condividere l’inseguimento di un sogno, per cui trovo sensato raccontarvi la realizzazione di un altro suo parallelo), ma quel che mi preme condividere con voi in questo momento è il come questo va a legarsi a doppia mandata al progetto della Locanda dei mille mondi e al mio viaggio da narratore.
Vivere un’avventura come questa ti cambia, ve lo assicuro, ma ancor di più ti libera. Sono partito con l’intenzione di liberarmi del passato, delle paure e dei limiti che la vita di tutti i giorni ci cuce addosso, ma specialmente della paura di fallire.
Prima della mia partenza mi sono reso conto che, nonostante il mio impegno e i continui sforzi, non stavo mai dando tutto me stesso nell’inseguimento dei miei sogni. Lavoravo per realizzarli, sì, ma mai al massimo delle mie possibilità. Credo sia qualcosa che accomuna moltissime persone in realtà, un dramma che permea l’aria del nostro tempo.
Vedete, la confort zone è bella, comoda e sicura. Non è una brutta cosa, come molti la descrivono, ma è un’arma a doppio taglio, come una madre troppo apprensiva che invece di fare il bene del proprio figlio ottiene il risultato contrario. In un attimo ti ritrovi a vivere una vita sicura e comoda, ma ben lontana da quella che vorresti davvero, riempiendoti senza accorgertene di azioni non compiute, amori non vissuti e rimpianti che ti porterai dietro. Osare diventa difficile, mettersi in gioco richiede più sforzo perché non è davvero necessario, e un fallimento porta con se una delusione che può sconvolgere il nostro fragile sistema. Molto meglio rimanere al sicuro e accontentarsi, o almeno è quello di cui ci convinciamo.
La confort zone va tenuta a bada, educata e mai abusata. Non va sconfitta, ma goduta per quel che è: la zona di riposo tra una realizzazione e l’altra.
Questo viaggio mi è servito proprio a questo: abbandonare per un po’ la mia confort zone, affrontare l’insicurezza di lasciare un lavoro saldo per dimostrare di poter realizzare un sogno. È così è stato.
Sono tornato ormai da tre settimane (al momento in cui scrivo), più forte e convinto ancora che inseguire i propri sogni sia l’unico modo in cui voglio vivere. Dopo pochi giorni di necessario riposo mi sono subito messo a lavoro sui miei scritti e su un altro grosso sogno che ho in ballo da molti anni insieme ad alcuni amici (anche di questo ci sarà tempo e modo di parlare, posso però già dirvi che si tratta sempre di qualcosa legato in un qualche modo alla narrativa).
Mi sto dedicando anima e corpo al sogno di diventare un narratore, scegliendo una scarsa sicurezza economica per garantirmi la possibilità di poter lavorare a tempo pieno a questo progetto.
L’ennesima, e ultima spero, correzione del mio primo romanzo è quasi ultimata. Altri racconti si stanno facendo largo nella mia mente, qualcuno già in fase di stesura della prima bozza. Nei prossimi mesi conto di pubblicare per la prima volta un mio lavoro, inaugurando così il mio esordio letterario…
Il primo video di un futuro canale youtube è pronto a essere pubblicato, e ho in programma di portarvi interviste da altri storyteller, parlarvi di opere vecchie e nuove e, naturalmente, di raccontarvi tante storie.
Voglio vivere questo nuovo viaggio con più convinzione e forza di quanto non abbia mai fatto, senza la certezza di sapere se alla fine riuscirà o meno a realizzarsi, ma con tutta la fame d’avventura che solo un sogno può regalarti.
Certi viaggi vanno vissuti da soli, altri invece raggiungono il loro massimo valore nella condivisione, e questo appartiene sicuramente alla seconda categoria. Voglio condividere con tutti i sognatori la fuori ogni passo di questa nuova avventura, così che, indipendentemente dal risultato, l’esperienza che vivrò non andrà persa, e magari chissà, un giorno aiuterà qualcuno a realizzare il suo.
Mi rendo conto che si tratta di ambizioni molto grandi, ma in fondo, vivere puntando a risultati mediocri è il peggior delitto che si possa commettere verso sé stessi.
Vivrò, tenterò e, là dove dovrà essere, fallirò con il sorriso di chi ha vissuto con tutto sé stesso.
Rimanete nei paraggi, Viandanti, La locanda dei Mille mondi ha riaperto più ricca che mai, e il Locandiere è intenzionato a raccontarvi una lunga storia di avventura, esperienze e sogni.
3 pensieri su “Storie, sogni e un lungo viaggio da Backpacker in giro per l’Europa”