Salve Viandanti, e bentornati nella mia Locanda.
Qualche mese fa, nell’articolo “Il mio viaggio da narratore“, vi ho raccontato il mio primo approccio al mondo della narrativa e quali sono state le opere che mi hanno spinto maggiormente a voler diventare un narratore. Oggi invece, ho pensato di raccontarvi un altro approccio che risale alla mia infanzia, e cioè quello con le sale cinematografiche.
La nostra memoria ha uno strano modo di selezionare e preservare certi ricordi, come se sapesse in anticipo che alcuni saranno importanti un giorno, molto in là nel tempo, anche se in un primo momento non ce né accorgiamo. Certe esperienze vissute in tenerissima età ci rimangono impresse senza un apparente motivo logico, a discapito di altre che sembrerebbero oggettivamente più importanti, ma che alla fine tendiamo a lasciar andare come attimi di una vita che sta proseguendo verso un’altra strada.
Ad esempio, io non ricordo assolutamente nulla del mio esame di terza media, ma proprio niente di niente. Dev’essere stato un evento molto importante per il me tredicenne, eppure per quanto ne so potrei non averlo nemmeno fatto. Al contrario, riesco a ricordare chiaramente, in ogni minimo dettaglio, la mia prima serata al cinema. Come dicevo, la nostra memoria ha un modo tutto suo di preservare i ricordi, e mi piace credere che lo faccia seguendo un criterio istintivo, slegato dalle influenze della nostra società o dall’educazione ricevuta, più intimo e sincero nei confronti della nostra persona. In qualche modo la mia mente sapeva che quell’esame non avrebbe avuto alcuna importanza nella mia vita, a differenza di quelle ore passate in una sala al buio, a osservare immagini di dinosauri passare su uno schermo.
Qualcosa dentro di me aveva inconsciamente deciso quale delle due esperienze contava di più.
Era un giorno del settembre 1997, infrasettimanale (visto che il giorno dopo andai a scuola), e io non avevo ancora compiuto sei anni quando mio padre mi portò per la prima volta al cinema. Il film, come avrete immaginato dai miei scritti precedenti, era Jurassic Park – il mondo perduto, la seconda pellicola con cui Steven Spielberg stava consacrando la figura dei dinosauri nelnostro immaginario.
Non ero particolarmente esaltato per quella serata, perché non avevo nemmeno lontanamente idea di cosa aspettarmi. L’unica sensazione che avevo prima di entrare in entrare all’Iris, un piccolo cinema di Piacenza, era pura e semplice curiosità, di quella che può avere solo un bambino a cui viene promesso qualcosa di nuovo. Poi entrai in sala, e nella mia vita qualcosa cambiò per sempre.
Eravamo in ritardo e il film era già iniziato da almeno mezzora, ma io nemmeno me ne accorsi. Rimasi incantato da quella sala avvolta nel buio, con uno schermo tanto grande da farmi venire la pelle d’oca ogni volta che il T-Rex appariva. L’atmosfera, le immagini, il comparto audio e quell’odore di popcorn, si mescolarono facendo esplodere decine di emozioni inaspettate nella mente di un bambino. Era tutto favoloso.
Penso di aver passato tutto il film a bocca spalancata. Una volta finito ero così incantato che mio padre decise che ci saremmo fermati per rivederlo dall’inizio, così da recuperare la prima mezzora persa e allungare ulteriormente quell’esperienza.
Da quel giorno, chiedere ai miei genitori di portarmi al cinema divenne una costante. Non importava di che film o cartone si trattasse, io dovevo assolutamente rinchiudermi di nuovo in quella stanza buia e provare di nuovo quelle sensazioni. Quel contesto riusciva a eliminare ogni altra distrazione, enfatizzando l’opera che avevo davanti e dandole la possibilità di esprimersi nella sua forma più pura e potente.
Sono passati più vent’anni da quel giorno, e il mio amore per le sale cinematografiche non si è mai incrinato, anzi, diventa ogni anno più grande. Vado al cinema almeno tre volte al mese, spesso anche di più se ci sono molti film a cui sono interessato in quel periodo. Certe volte mi capita di andarci all’improvviso, anche di pomeriggio. Sono lì che sto facendo altro e mi sale la voglia di cinema, e se non trovo nessuno che ha voglia di farmi compagnia ci vado anche da solo. A parte rari casi, alla fine è sempre un’esperienza che vivo con piacere, indipendentemente dalla qualità del film.
La sala cinematografica è un luogo in cui posso spegnere il cervello, non per isolarmi dal mondo esterno, ma per potermi addentrare con maggiore intensità in quello nel film che ho davanti. Probabilmente si tratta di una cosa personale, ma al cinema riesco a vivere il film con maggiore intensità, anche al di là della sua storia.
Oggi mi rendo conto che le sale cinematografiche stanno svanendo, quantomeno quelle più piccole, lasciando posto soltanto ai multisala, e questo mi rattrista molto. Anche l’Iris, il cinema dove mi sono innamorato di questa esperienza, l’anno scorso ha chiuso, e ho la sensazione che in generale la cultura del guardare un film in sala sia meno presente nelle nuove generazioni rispetto a quanto non lo fosse nella mia.
Oggi con il costo di un film in sala ci si può permettere un abbonamento a qualche portale streaming come Netflix, con migliaia di titoli a disposizione. L’accessibilità ai film è divenuta incredibilmente rapida e semplice, ed è normale che alla lunga questo stia rendendo il cinema, com’era un tempo, un lusso non più necessario, legato alla sola volontà di vivere un’esperienza, invece che all’usufruire del film in se. Ma forse mi sbaglio, e a parlare è solo una forte nostalgia. Spero che sia.
Personalmente sono felice di aver conosciuto il cinema in questo modo, tra mille emozioni e tanti ricordi, e sono sicuro di non essere l’unico a continuare a farlo tuttora. Probabilmente se siete come me capirete di cosa sto parlando, in caso contrario accettate un consiglio da parte mia: provate a vivere il cinema; non per forza il film che andrete a vedere, ma il cinema come esperienza in sé! Semplicemente provate ad entrare in sala come se fosse la porta su un altro mondo, spegnete il cellulare e dimenticatevi dell’orario e del tempo che passa.
Lasciatevi trasportare dai sensi; assaporate l’odore di popcorn; perdetevi al buio tra le poltrone; fatevi assordare dalle colonne sonore e ascoltate ogni più piccolo rumore a schermo. Godetevi anche quei venti minuti di trailer, perché pure quelli fanno parte dell’esperienza. Permettetevi di farvi trasportare per mano dal film che avete davanti e vivetelo. Potreste ritrovarvi a vivere un’esperienza unica. Potreste ritrovarvi a provare un’emozione che non conoscevate.